Lo Spiraglio Film Festival è un evento internazionale di Corti e Lungometraggi, che si svolge a Roma presso Scena e il MAXXI - Museo delle Arti del XXI secolo
È l’attore più talentuoso della sua generazione, lontanissimo dalla maschera, da un ruolo ricorrente, come accade spesso anche ai grandissimi. Un attore capace di interpretare personaggi di ogni tipo, diametralmente opposti: vittime e carnefici; uomini introversi, ingenui, timidi, ma anche estroversi, aggressivi, invadenti, fin quasi ad una sorta di autoannullamento personale. Nella sua ormai lunga attività, Germano ha interpretato spesso personaggi complessi, socialmente negativi, psichicamente disturbati, ma, spinto da una profonda convinzione etica, cercando ogni volta di rintracciare segnali di umanità anche nel caso di ruoli che sembrano l’incarnazione del male. Dal punto di vista sociale, Germano ha saputo veicolare la rabbia e le frustrazioni di generazioni che si sentono escluse senza alcuna possibilità di riscatto. Con una recitazione nervosa, in sintonia alla sua fisicità scattante ed asciutta, Germano ha spesso raccontato l’esplosione di quella rabbia e di quelle frustrazioni. Per tutti questi motivi, la direzione de Lo Spiraglio ha deciso di assegnare il Premio Speciale 2022 ad Elio Germano.
Una sincera, spudorata confessione pubblica, segnata da ironia ed autoironia, ma niente affatto superficiale e insieme il ritratto di una famiglia complicata, dominata dall’ingombrante figura di un patriarca follemente amato da tutti, nonostante inaffidabilità e difetti. Una presenza/assenza, quella di Roberto Rossellini, che, come racconta il film, ha condizionato l’esistenza dei suoi consanguinei, al punto da generare una malattia: la rossellinite.
Un documentario che ci immerge nella vita di una ragazza indiana che ha subito una terribile violenza: il volto sfigurato con l’acido. Una giovane donna che riesce a convivere con la sua menomazione, che subisce anche la perdita di un figlio piccolo, ma che lotta per la sua sopravvivenza. Un rapporto bellissimo con la figlia e con le altre donne vittime della stessa follia contro una società che le vorrebbe ai margini. Il film ci trascina in questo mondo di donne che non si arrendono. Un ritratto di donna forte e commovente raccontato con passione e partecipazione..
La giuria del Samifo ha deciso di premiare quest'anno il cortometraggio Capitan Didier di Margherita Ferri. Un lavoro tecnicamente impeccabile che narra e descrive un "tema" molto attuale: i rifiugiati che vivono in Italia, le problematiche lavorative e le profonde ferite, spesso relazionali, che si portano dentro. La regista ha scelto colori scuri e ambientazioni notturne in parallelo alla storia e al passato di padre e figlio. Di grande intensità è la metafora della barca e la connessione immaginaria con la sua terra subsahariana, così come toccante è la trasformazione della proprietaria della pizzeria in figura materna collaborante con il progetto del viaggio alla ricerca della mamma. La musica, composta e arrangiata da Alicia Galli, con linee essenziali e drammatiche della viola e delle tastiere elettroniche è capace di accompagnare il protagonista che percorre come rider le strade della città e culla il bambino attraverso la rilettura del tradizionale brano etiope Eshuru ruru ..
Per la capacità di raccontare con delicatezza, in una dimensione fiabesca, sognante e quasi metafisica, un diffuso e drammatico disturbo tipico dell’adolescenza, che colpisce in particolare le ragazze: l’anoressia, dimostrando come, per superare il problema, spesso determinato da un sentimento di solitudine esistenziale, sia indispensabile il confronto con gli altri.
Svolge la professione di pediatra nella periferia romana. Nel 2021 riceve il premio “In Puero Homo” della Società Italiana di Pediatria. Fonda il gruppo Tetes de Bois di cui è il cantante. Esplora con curiosità teatro, musica, letteratura e affronta temi sociali che gli consentono di avere un rapporto con la vita reale.
Ex funzionaria presso il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale. Per oltre 30 anni ha promosso e coordinato, con la collaborazione dei DSM delle Aziende Sanitarie romane, progetti rivolti a cittadini con disagio mentale. Progetti volti a favorirne l’inclusione sociale, sostenendo con particolare attenzione quelli finalizzati all’inserimento lavorativo.
Durante gli anni universitari entra in contatto con i più interessanti registi della nouvelle vague italiana e internazionale dell’epoca. Vince l’ Oscar con la sceneggiatura di “Mediterraneo” e riceve numerosi altri riconoscimenti. Regista di cinema e televisione privilegia, nei suoi lungometraggi storie di impegno civile.
Direttore del DSM-DP di Modena, è professore di Psichiatria Sociale presso UNIMORE. Presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica, dal 2019 è componente del Consiglio Superiore di Sanità Dal 2020 è membro del Comitato di esperti in materia economica e sociale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È coordinatore del Tavolo Tecnico Salute Mentale presso il Ministero della Salute.
E' regista, sceneggiatore e critico cinematografico. La carriera è costellata di successi e riconoscimenti prestigiosi nazionali ed internazionali. Ha diretto film affrontando temi sensibili ed attuali. Nel 2003 con “Emma Sono Io” tratta la sindrome bipolare, dirige “Quanto basta” sull’autismo di Asperger e, con il lungometraggio“Ho tutto il tempo che vuoi”, affronta il fenomeno degli hikikomori.
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